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Capraia. (Toscana)
Terza per dimensione, è uno dei più brillanti gioielli dell’arcipelago toscano. Segue per dimensioni l’Elba e il Giglio. Ha una superficie di 20 kmq e uno sviluppo costiero di 30 km. Il fascino selvaggio dell’isola è garantito dalla sua origine vulcanica. E’ forata da una buona quantità notevole di grotte ed insenature e le coste sono frastagliatissime. Se a ovest sono presenti delle montagne il cui picco maggiore è di 445 m, il faro dell’isola si trova a Punta Ferraione. Unica spiaggia dell’isola è quella di Cala Martola, ma di rara bellezza e praticabili sono pure Cala del Zurletto, Cala Ceppo, e Cala rossa. Battuta da fortissimi venti d’inverno, rinfrescata dal maestrale d’estate è isola frequentata assiduamente nei mesi estivi per quel sapore di selvaggio e di incontaminato che ancora custodisce. Da la possibilità di praticare trekking naturalistico, che consentirà una approfondita conoscenza dell’insolita isola. Gli itinerari si snodano lungo le antiche mulattiere, che spesso si affacciano sulle coste a picco sul mare. Molte le calette raggiungibili solamente con una imbarcazione. Colpisce infine la presenza di un laghetto di acqua dolce, meta privilegiata di uccelli migratori.
Curiosità: Anticamente chiamata Aegylon dai greci e Capraria dai romani, il suo nome deriverebbe dalla presenza di capre selvatiche nell’isola, ma secondo un’altra ipotesi il toponimo deriverebbe da un tema mediterraneo karpa, con il significato di roccia.
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